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venerdì 14 maggio 2010

Intervista a Giorgio, utente Kartoclab

Giorgio utente Clab - Foto di Twit3Al suo tavolo scorgiamo Giorgio. Non sembra per nulla intimorito dalla nostra presenza, anzi si guarda intorno incuriosito, alla ricerca di attenzione. Dopo esserci presentate, incominciamo la nostra intervista.

Di cosa ti occupi?
Faccio un po' di tutto.

Sei un tuttofare, allora?!
Sì.

E adesso cosa stai facendo di bello? Vedo che davanti a te ci sono tante striscioline di carta colorata...
Un po' di questi rotolini di carta...

Giorgio utente Clab - Foto di Twit3Questi rotolini serviranno per confezionare le scatole di Eleonora?


Ti piace quello che stai facendo?
Sì, molto.

Ci precede: "Ciao, ci vediamo la prossima volta...".
Certo, ci vediamo la prossima volta, intanto buon lavoro Giorgio!

Eleonora: "i portafortuna giapponesi sono opera mia".

Eleonora operatrice clab - Foto di Twit3Abbiamo incontrato Eleonora, impegnata nella realizzazione di una variopinta scatola pop-art. Da quattro anni è un' utente della Cooperativa Sociale Clab, dov'è stata inserita nel settore della cartotecnica artigianale. Eleonora, che è arrivata qui tramite i servizi sociali, sta proseguendo la sua strada verso un completo reinserimento lavorativo. Questa è per lei un'opportunità non solo di formazione, ma anche di guadagno, per potersi pagare l'affitto di casa.

In questa cooperativa di cosa ti occupi e come ti vedi nel futuro?

Lavoro nel settore Kartoclab e con l'aiuto della signora Patrizia (Patrizia Dall'Asta, collaboratrice Kartoclab e Clabags, n.d.r.) realizzo scatole, kusudama (palla di fiori origami), album, collane, eccetera.

In futuro mi auguro di arrivare ad avere un lavoro normale, non più protetto: un lavoro che possa essere ritenuto adatto alle mie capacità. Io mi vedrei in una profumeria o in una tintoria... insomma, in un ambiente piccolo e tranquillo, un po' come questo. Mi piacerebbe relazionarmi con le persone, ma non in un luogo troppo affollato come potrebbe essere un supermercato.

Come vendete i prodotti che realizzate?

Decorazioni (Kosudama) - Foto di Twit3Lavoriamo su ordinazione. Per esempio, la scatola che sto facendo ora mi è stata commissionata ieri da una signora che, passando davanti alle nostre vetrine, è rimasta molto colpita da quella esposta. Ci ha chiesto una misura personalizzata in modo da potervi mettere i suoi documenti.

Spero di fare un buon lavoro, come ho fatto ancora, e che la signora che acquisterà questa scatola ne sarà soddisfatta.

Prima di lasciare Eleonora al suo lavoro, le chiediamo quale sia la sua creazione che più la rende orgogliosa. Lei ci mostra alcuni scatoloni ricolmi di piccoli origami pronti per essere assemblati. Ne risulteranno i famosi "kosudama", ovvero dei portafortuna giapponesi che si possono appendere oppure regalare come bomboniera nelle occasioni speciali.

Eleonora ci spiega che questi origami sono richiestissimi e sono il cavallo di battaglia del suo settore. Come darle torto?

Francesca Peruz, dal 1998 colonna portante della Clab, prima in veste di grafica e ora in qualità di vicepresidente.

Francesca Peruz - Foto di Twit3La Clab nasce come "Cooperativa Lavoro Anziani Bolzano" nel 1981. Negli anni si è interessata all'handicap fisico, ora al disagio sociale e psichico. Da quali esigenze è nato questo cambiamento?

In effetti, la Clab nasce per soddisfare le esigenze dei cosiddetti baby-pensionati, persone relativamente giovani che, per vari motivi, non sapevano cosa fare. Ad esempio c'erano alcune donne che erano state escluse dal mondo del lavoro perchè avevano avuto figli. La cooperativa si poneva l'obiettivo di dare un impiego a queste persone, cercando di proporre lavori socialmente utili come l'assemblaggio e il giardinaggio. Negli anni successivi un accordo con la Provincia di Bolzano ha permesso l'apertura di un primo laboratorio protetto dedicato ai portatori di handicap, nel quale i primi collaboratori erano proprio queste donne e questi uomini.

Ci può spiegare meglio cosa s'intende con laboratorio protetto e come viene inteso all'interno della realtà Clab?
Il nostro non è un tipico laboratorio protetto. Questi, in genere, sono strutture che accolgono persone con un handicap (fisico, psichico, cognitivo) e che offrono solo un training lavorativo.
La Clab, al contrario, offre ai suoi utenti un vero e proprio lavoro e ne fa il suo punto di forza.
Stiamo parlando di una Cooperativa Sociale e ciò significa che siamo sul mercato e che il lavoro che offriamo è un lavoro vero, non è solo un'occupazione.
In questo senso siamo stati pionieri, basti pensare che la prima legge nazionale sull'occupazione sociale risale al 1991. C'erano molte strade aperte ma nessuno le aveva ancora percorse.

A proposito del reinserimento lavorativo: quali prospettive ci sono per i vostri utenti?
Innanzitutto, le persone non arrivano qui spontaneamente. Per nostra scelta cerchiamo un ente inviante (istituto igiene mentale, ufficio del lavoro, eccetera). Per ogni persona, che viene inserita nella Clab, viene personalizzato un progetto di inserimento, in accordo con l'ufficio del lavoro. Normalmente si inizia con un periodo di osservazione (si analizzano le attitudini delle persone), dopodiché si decide se sia più indicato un prolungamento o se l'utente debba cercare un'altra professione. In ogni caso non siamo noi a procurargliela. Sono gli utenti stessi a cercarsi un impiego, presentandosi in azienda oppure rivolgendosi all'ufficio del lavoro. In altri casi ancora gli utenti restano qui, perchè questa, come ho già avuto modo di dire, è una vera e propria azienda. Teniamo molto al fatto che qui il lavoro non venga percepito come un "laboratorio protetto" ma come una normale azienda, in grado di soddisfare appieno i gusti dei propri clienti (nel 2004 la Clab ha ottenuto la certificazione di qualità Iso 9001/Uni En Iso 9001:2000 per "servizi di legatoria, grafica ed attività sartoriali finalizzate all'educazione socioassistenziale ed al reinserimento lavorativo di persone svantaggiate": a riprova del suo impegno nel produrre oggetti di grande qualità n.d.r ).

Perchè ha deciso di lavorare nel sociale e quale attività della Clab la inorgoglisce particolarmente?
Si deve fare questo lavoro con passione ed entusiasmo. Non siamo certo motivati da uno stipendio alto. Si lavora molto, si fanno molte ore di volontariato...
Per rispondere alla vostra seconda domanda: in generale siamo contenti di poter offrire qualcosa che non sia tipicamente da laboratorio protetto. Non ci piacciono le etichette. Qualcuno ci fa notare che gli oggetti che creiamo non sembrino da "cooperativa sociale" e questo ci inorgoglisce. Ci discostiamo dal tipico "design da sociale": tutto è pensato, progettato e realizzato qui, ricercando originalità e curando i dettagli.

Avete un team di lavoro? Come nasce l'idea di un nuovo prodotto?
La Clab, come ogni altra cooperativa, ha una governance particolare: c'è un'assemblea, c'è un consiglio di amministrazione ma c'è soprattutto un'equipe di lavoro. Il team è composto da dipendenti e collaboratori e decide sul lavoro sociale e in parte sui progetti commerciali. Esistono dei piani annuali che decidono la strategia generale, poiché cerchiamo di programmare il lavoro con un certo anticipo, poi però le cose possono cambiare anche in itinere.

Twit III al clab



Descrizione:
Il video mostra il backstage di come le Twit3 hanno interagito e intervistato gli utenti e i collaboratori della cooperativa sociale Clab, con particolare riferimento ai soggetti socialmente svantaggiati, garantendo professionalità e qualità del lavoro.

Il video è stato realizzato da" The Woman in Tech" corso di Redoddity (www.redoddity.it) nei laboratori del Clab (www.clab.bz.it).

link alla canzone di sottofondo

Al clic andate sulla pagina del video di youtube.

Intervista a operatrice e utente.




In questo video si intervistano un'operatrice e un utente le quali spiegano il lavoro all'interno del laboratorio.
Per maggiori informazioni su Clab e Twit 3,

www.clab.bz.it

www.redoddity.it


www.jamendo.com/it/album/47767 link alla canzone di sottofondo

Marco: "nel cambiare lavoro ho fatto un salto di qualità..."

Marco - Foto di Twit3Abbiamo avuto modo di parlare anche con Marco, che ha gentilmente interrotto per qualche minuto il suo lavoro in legatoria.
Dal 1985, anno in cui è nato il laboratorio protetto in questo settore, ne è stata fatta molta di strada.
Ad oggi infatti la Clab è la più grande legatoria artigianale di Bolzano e vanta clienti importanti, pubblici e privati,biblioteche e scuole, ai quali fornisce servizi disparati, dalla fotocopia alla rilegatura di ogni tipo di volume(ivi compresi le tesi di laurea).

Da quanto tempo sei in questa cooperativa e come sei arrivato qui?
Sono qui da quattro mesi ma mi sono sempre occupato del sociale, anche se in un altro ambito: prima infatti mi occupavo di alcool-dipendenze e tossico-dipendenze.
Devo dire che nel cambiare lavoro ho fatto un salto di qualità. Per ora sto imparando le basi del mestiere perché è ovvio che quattro mesi non siano sufficienti a dare una preparazione professionale adeguata. Nulla di preoccupante, anzi una bella avventura, uno stimolo ad andare avanti... si ridà una bella spolverata a tutto quanto... quindi benissimo!

Sappiamo che la cooperativa ha una particolare attenzione nei confronti degli indivitui, tanto da realizzare progetti diversificati a seconda dell'utente. Chi si occupa di legatoria tra gli utenti? Ci sono persone che hanno maggiori potenzialità?
Le persone che ho incontrato qui, con disagi psichici o con sindrome di Down, sono in grado di seguire, chi più chi meno, tutte le varie fasi di lavorazione. Le difficolta oggettive ci sono per molti, tuttavia anche chi ha dei grossi limiti possiede particolarità, capacità e competenze che possono dare un contributo alla produzione. La nostra sfida è valorizzare le doti di ciascuno. Ma l'apporto degli utenti della Clab al mio lavoro è soprattutto umano: mi ritengo veramente soddisfatto.

In questi quattro mesi hai realizzato qualcosa della quale va particolarmente fiero?
Dal punto di vista umano o artigianale?

Entrambi.
Da un punto di vista sociale posso dire che ho trovato un'immediata accoglienza da parte dei ragazzi e questo mi riempie quotidianamente di calore.
Da un punto di vista artigianale mi rende orgoglioso il fatto di aver consegnato ai clienti lavori che li hanno pienamente soddisfatti.

Intervista a Marco, operatore Clab.



In questo video si l'operatore viene intervistato con domande relative ai requisiti da avere per poter lavorare in una cooperativa sociale.



Per maggiori informazioni su Clab e Twit 3,
www.clab.bz.it
www.redoddity.it
www.jamendo.com/it/album/2007 link alla canzone di sottofondo

"Non basta fare il bene, bisogna anche farlo bene" (D. Diderot) - Clab: da ventinove anni un valido supporto per la società bolzanina.

Ancor prima che venisse promulgata la legge provinciale che istituiva i centri sociali per soggetti portatori di handicap e quindi i laboratori protetti (30 giugno 1983, n. 20), la Clab (nata nel 1981 con il nome di Cooperativa Lavoro Anziani Bolzano) stava dimostrando lungimiranza e attenzione nei confronti delle persone socialmente in difficoltà e quelle diversamente abili.

A oggi la Clab (il cui nome è nel frattempo cambiato in Società cooperativa sociale laboratori protetti Bolzano onlus) vanta cinque diversi laboratori protetti, con molti progetti all'attivo. La sua forza risiede nel gruppo, nelle persone che mettono al servizio degli altri il proprio lavoro e che credono che il mondo possa essere ancora interpretato e cambiato. Molti collaboratori sono cresciuti professionalmente all'interno della cooperativa e hanno contribuito alla sua evoluzione, sempre nella convinzione che i sogni e i bisogni di ciascun essere umano vadano rispettati.

Non appena vi si mette piede (in viale Druso 64), ci si accorge di quale cura venga prestata agli utenti. C'è chi, immerso nella propria attività, resta in silenzio e chi chiacchiera con i colleghi, tutti in un clima che si percepisce sereno e rilassato.

Ogni anno vengono introdotte nei diversi laboratori di reinserimento lavorativo circa 25 persone: per loro viene avviato un differente progetto, concordato con i servizi invianti e l'ufficio del lavoro. Il percorso è anch'esso diverso a seconda dell'utente: c'è chi decide di trovarsi presto un'altra occupazione, in un'altra azienda e chi invece rimane a lavorare presso la stessa Clab.

Le buone idee vengono generalmente concretizzate ma, se accantonate, restano come memoria storica e come incubatore di nuovi progetti. Altrettanto vale per il guadagno economico: quanto la cooperativa ricava viene reinvestito al suo interno, per permettere ulteriori sviluppi creativi.

La Clab, "guidata" da Rocco Maurizio Moretti, è composta innanzitutto dal Clabags (2003), un laboratorio di sartoria, dove vengono realizzate artigianalmente borse e accessori di alta moda, anche in collaborazione con artisti locali; poi c'è il Kartoclab: il settore della cartotecnica artigianale, in cui vengono prodotte scatole, album, biglietti augurali e inviti, carte con applicazioni, il tutto nel massimo rispetto dell'ambiente e riutilizzando il più possibile ritagli di carta e stoffa. Entrambi i laboratori sono sotto la supervisione di Massimo Eccli, con la collaborazione di Patrizia Dall'Asta.
E ancora, il laboratorio protetto di legatoria (1985) nel quale sono impegnati attivamente e con entusiasmo molti degli utenti della cooperativa, sotto la guida esperta di Giorgio Recla e l'ausilio di Luciana Benetti, Franco Moretti e Marco. La legatoria, occupandosi dalla stampa alla rilegatura di ogni tipo di testo, fornisce materiale a enti pubblici, biblioteche, ordini professionali, scuole, ditte private, professionisti.
Poi c'è il Clab Graphic (1992) di cui è responsabile Francesca Peruz (che è anche la vicepresidente della cooperativa), insieme a Eva Giorgi. Questo laboratorio, il secondo in termini di importanza all'interno della cooperativa, ha curato la veste grafica di molti opuscoli* pubblicati per conto della Provincia. Un esempio, tra i più rappresentativi, consiste nel trimestrale Infocoop della Legacoopbund.
Infine la Clab Editrice (1992), orgogliosa dei suoi 10 titoli pubblicati e de "il Giornale dei Club", un progetto innovativo che fornisce informazioni sull'attività culturale della Provincia. Quest'ultima esperienza non può ancora dirsi conclusa, anche se è in momentaneo stand-by.

Nel passaggio di testimone tra il gruppo di soci fondatori e i successivi soci e collaboratori e soprattutto col mutare dei tempi e delle esigenze degli utenti, la cooperativa ha cambiato alcuni dei suoi connotati. Con flessibilità e coerenza la Clab ha avviato, condotto, trasformato e talvolta interrotto alcuni progetti. Nel 1983 ad esempio nacque in via Sarnesi una mensa sociale capace di offrire al contempo servizio di mensa e servizio pasti a domicilio, nonché un'opportunità di occupazione per molte persone. Per merito di chi l'ha saputa gestire e far crescere al meglio, la Mensa Clab è diventata nel 2001 una nuova cooperativa. Oggi viene gestita dalla Cooperativa Clab in convenzione con l'Azienda Servizi Sociali e risiede in via Perathoner 8, all'interno del parco di fronte alla Stazione Ferroviaria di Bolzano. Offre pasti dalle 11.30 alle 13.30 e dalle ore 18.00 alle ore 19.30, dal lunedì al sabato (tel. 0471 975590).
A riprova dell'intraprendenza e della capacità di elaborare esperienze che stiano al passo coi tempi, si possono citare anche due progetti nati nel 1995 e ora conclusi. Si tratta del settore di riabilitazione equestre (ippoterapia) e del Cish (Centro informazione settore handicap), una banca dati sugli ausili per disabili in collaborazione con il Don Gnocchi di Milano.

La certificazione di qualità Iso 9001/Uni En Iso 9001:2000 per "servizi di legatoria, grafica ed attività sartoriali finalizzate all'educazione socio-assitenziale e al reinserimento lavorativo di persone svantaggiate" ottenuta dalla Clab nel 2004, è un'ulteriore dimostrazione di come nulla sia lasciato al caso e del fatto che ogni creazione venga sottoposta a un preciso controllo di qualità.
Sono state molte le persone che ne hanno pubblicamente apprezzato i prodotti: ad esempio il professore Walter Lorenz, rettore della Libera università di Bolzano. Nel 2009, infatti, in occasione dell'inaugurazione dell'anno accademico, Lorenz aveva espressamente chiesto che le decorazioni, i portafortuna e i gioielli realizzati venissero venduti al pubblico ed aveva affidato alla legatoria Clab la stampa della guida allo studente.

Se intendete prendere visione o toccare con mano i prodotti dei laboratori Clab, magari se siete in prossimità di un'occasione speciale, potete recarvi direttamente nella sede centrale, in via Druso 64, oppure nel negozio "Sozialart"**, in piazza Vittoria 3, oppure consultare internet (ad esempio a questo indirizzo).

Buoni acquisti a tutti voi.





Società cooperativa sociale
laboratori protetti Bolzano
Sozialgenossenschaft, geschützte
Werkstätten Bozen onlus

I - 39100 Bolzano Bozen
viale Druso 64 Drususallee
Tel. 0471 930996-921130



Edificio Clab - Foto di Twit3Edificio interno Clab - Foto di Twit3Scatole decorate - Foto di Twit3Collane - Foto di Twit3


* Alcuni altri lavori del Clab Graphic:
www.sozialbetrieb.bz.it/documenti/ass_diur_i.pdf
www.legacoopbund.coop/uploads/media/Infocoop23_08.pdf
www.monitorprofessioni.it/bdrp/newsletter.pdf
www.provincia.bz.it/politiche-sociali/download/Affidamento_familiare_di_minori.

** Il 2 dicembre 2008 venne inaugurato "Sozialart". Nasceva da un network di cooperative: il "Progetto Donna" della Elios che gestisce il negozio e un laboratorio di ceramica, la Cartotecnica della Clab, la Serigrafia della Oasis, i laboratori occupazionali di Ambra a Casa Basaglia e il Laboratorio di lavorazione del vetro della Kaleidos.

Intervista a Adriano, utente legatoria

Adriano utente Clab - Foto di Twit3Adriano è intento a disegnare su di un album ma, quando lo disturbiamo per chiedergli un'intervista, si interrompe e ci risponde con un sorriso contagioso.


Da quanto tempo sei qui?

Dal 2005.

E di cosa ti occupi?

Di tutto in generale: dallo sgraffettare il giornale all'aiuto nella rilegatura. Gli operatori ci sono di grande aiuto.

Poco fa ti abbiamo osservato disegnare: hai una particolare commissione?

No, questo è un periodo in cui non ho altro da fare. Nei momenti di calma mi piace disegnare, lo faccio per me stesso, per occupare il tempo.

Raccontaci come vedi la tua attività alla Clab e dei tuoi progetti per il futuro.

Adriano utente Clab - Foto di Twit3Senza entrare nel dettaglio non nego che le difficoltà sono molte. Per alcuni di noi il progetto di reinserimento lavorativo, al di fuori di qui, è precluso.

Quello che mi piace di più è vedere la gente, ad esempio a Natale, venire in questa sede a scegliere i colori e le dimensioni dei prodotti che poi noi andremo a realizzare per loro.

Poi ci osserva, ed aggiunge: "Voi siete giovani... se vi state per laureare, ricordatevi che noi possiamo rilegare accuratamente le vostre tesi".

Grazie Adriano, ce ne ricorderemo senz'altro.

Twit III backstage



Backstage delle Twit 3 al Clab.


In questo video si fa una panoramica dell'ambiente lavorativo e il backstage delle interviste realizzate.

Il video è stato realizzato da" The Woman in Tech" corso di Redoddity nei laboratori del Clab.


Per maggiori informazioni su Clab e Twit 3,

www.clab.bz.it

www.redoddity.it


http://www.jamendo.com/it/track/12301 link alla canzone di sottofondo.

Audiointerviste alla cooperativa sociale
CLAB di Bolzano

Testimonianze audio dell'attività quotidiana e del lavoro di cooperazione fra utenti e responsabili dei laboratori artigianali protetti della Clab, una cooperativa che a Bolzano opera dal 1981 per l'inserimento lavorativo di persone socialmente svantaggiate.
Cinque voci raccontano la loro personale esperienza, illustrando quello che è stato il loro percorso creativo, formativo e umano.

I responsabili della cooperativa sociale di viale Druso a Bolzano, ci hanno subito accolte con entusiasmo e disponibilità nel loro interessante mondo creativo. Una sede accogliente, luminosa, colorata e piena di decorazioni artigianali che rispecchiano le capacità tecniche e manuali di ciascun collaboratore.

Tutti sono coinvolti alla realizzazione del prodotto finale: fiori di carta e origami, scatole decorate, borse e accessori moda, rilegature cucite a filo ed elaborazioni grafiche. La loro forza è il lavoro di gruppo, identificandosi in ciò che producono con grande qualità puntando al recupero degli scarti sia materiali che sociali. Tra i progetti della Clab si prevede un futuro ampliamento dei loro spazi di attività con l'apertura di un proprio punto vendita.



Vi sosteniamo!!!
Manu, Miriam, Silvia - la redazione podcast


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